Rivista Rotary | Marzo 2016 - page 5

5 il Presidente RI
LETTERA DEL PRESIDENTE
Qualche anno fa, mi fu chiesto di parlare a un club Interact di
Colombo, la mia città natale in Sri Lanka. Poiché ho sempre
trattato molto seriamente le mie interazioni con i giovani del
Rotary, preparai con cura i miei appunti, mettendo nella mia
presentazione lo stesso impegno che dedico a qualsiasi altro
evento. Dopo l'incontro, rimasi a chiacchierare con alcuni in-
teractiani, rispondendo alle loro domande e augurando loro un
futuro brillante.
Uscito all’esterno, in quella giornata d'autunno, rimasi abba-
gliato dal sole del tardo pomeriggio e trovai riparo dietro una
colonna, in attesa della macchina che mi avrebbe prelevato.
Mentre me ne stavo lì in disparte, sentii un gruppo di inte-
ractiani parlare del mio intervento. Naturalmente ero curioso
di sapere cosa pensassero e che cosa li avesse colpiti della mia
presentazione. Appresi immediatamente che ciò che era rima-
sto impresso nella loro mente non era affatto quello che avevo
immaginato. Non stavano parlando di ciò che avevo detto, delle
storie che avevo raccontato, né della lezione che volevo impar-
tire loro. Con mio grande stupore, il principale argomento della
loro conversazione era la mia cravatta! Ascoltai divertito i loro
commenti sui miei abiti occidentali, il mio background, i miei
affari; stavano dissezionando e discutendo su ogni dettaglio del
mio aspetto e del mio comportamento. Proprio quando stavano
cominciando a speculare sul tipo di macchina che avessi, ar-
rivò il mio autista e uscii allo scoperto. Vedendomi apparire in
loro prossimità, rimasero sorpresi e forse un po' imbarazzati, e
rivolgendo loro un sorriso, salii in macchina salutandoli con un
gesto della mano.
Non so quanto avessero imparato da me quel giorno, ma io
imparai certamente molto. Imparai che le lezioni che insegnia-
mo col nostro esempio sono molto più potenti di quelle che
insegniamo con le parole. Mi resi conto che come leader del
Rotary e come persona di spicco nella comunità, ero diventato,
nel bene e nel male, un modello per questi giovani. Capii che
ai loro occhi io rappresentavo qualcosa, e se avessero scelto di
emularmi, lo avrebbero fatto in base a ciò che avevano osservato
e non in base a quello che avevo detto loro. Tutti noi del Rotary
siamo, in un modo o nell'altro, dei leader nelle nostre comunità
e ci portiamo addosso la responsabilità che ne deriva. I nostri
valori e i nostri ideali rotariani non possono rimanere racchiusi
nei confini dei nostri club. Dobbiamo portarli con noi ogni gior-
no. Ovunque siamo, a prescindere dalle persone con cui siamo
e dalle attività che svolgiamo, rappresentiamo sempre il Rotary.
E dobbiamo comportarci di conseguenza: per ciò che pensiamo,
ciò che diciamo, ciò che facciamo e come lo facciamo. Le no-
stre comunità e i nostri figli non meritano di meno.
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