Rotary | Settembre 2013 - page 30

Ha stabilito che le Nuove Generazioni saranno una delle
maggiori priorità della sua presidenza. Qual è il suo obiettivo
per quest’anno?
Ho stabilito che i presidenti dei comitati del
Rotary Youth Exchange, RYLA, Rotaract e Interact, e degli
Alumni facciano parte della Commissione Nuove Generazioni.
Desidero che questi gruppi parlino con gli altri; che lo Youth
Exchange e il RYLA alimentino l’Interact e il Rotaract, e che
il Rotaract alimenti il Rotary. È tempo di togliere di mezzo l’i-
dea che che i giovani debbano stare nei loro programmi, che
non dovremmo portarli nei nostri club. Dobbiamo appianare
la strada per questa transizione, e il maggior ostacolo che
vedo in questo processo sono i Rotariani.
Come deve essere l’atteggiamento dei Rotariani verso i più
giovani?
Non esiste Rotariano più impegnato di uno che ospi-
ta uno studenti dei GSE o lavora con gli Interact e Rotaract
club. Dobbiamo spingere chiunque a cogliere quella scintilla
e cominciare a pensare che quei giovani sono potenziali Ro-
tariani. Sono parte della famiglia del Rotary, che virtualmente
si estende dalla nostra comunità a qualsiasi comunità nel
mondo. Condividono gli stessi obiettivi; devono contribuire a
PolioPlus e alla Rotary Foundation come fa ogni Rotary club.
Quindi non dobbiamo avere paura di aiutarli ad affrontare
questo cambiamento.
È un momento economico difficile per i giovani. Come si
trasforma un laureato in Rotariano?
Se un giovane ha l’incli-
nazione al servizio, è importante dargli il benvenuto e metterlo
nella condizione di portare il proprio contributo nel Rotary.
La questione del denaro mi viene sottoposta sempre quando
sono in viaggio, la gente parla di quanto sia costoso essere
Rotariano con le quote del club e del distretto. Paghi per tutti
i pranzi, che si mangi o no, e non è semplice far quadrare i
bilanci. Vorrei sfidare i club a pensare fuori dagli schemi. Dob-
biamo aiutare i giovani in questo momento difficile, senza farli
sentire a disagio tra noi.
Come si colmano i gap generazionali nei club?
Dobbiamo
fare un’auto-critica. Ho spesso chiesto questa cosa dal pal-
co: rifondereste il vostro Rotary club oggi? Pensate a queste
cose: è attraente? Se aveste 22 anni, 42 o 72, ci trovereste
qualcosa per voi lì? Dobbiamo essere più inclusivi. Non dob-
biamo patrocinare i giovani soci; essi sono qualificati per le
loro stesse capacità e potenzialità. Sta a noi fare in modo che
i valori del Rotary che insegniamo catturino i loro cuori.
Con il cambiamento del nome della Quinta via d’Azione,
come dovremmo parlare dei giovani leader rotariani?
Il mio
lavoro è essere sostenitore di tutti i club e i programmi del
Rotary. Il programma Nuove Generazioni è una via inclusiva
di guardare a questo perché il termine comprende più gruppi
di persone. Dovrà esserci questo spirito, quest’anno, nella
commissione Nuove Generazioni e negli incontri in giro per
il mondo, e ho intenzione di parteciparvi. Ai giovani dirò che
l'anno prossimo ci sarà qualcun altro alla mia scrivania, e che
negli anni a venire potrebbero esserci loro. Essere un talent
scout è il mio lavoro, come trovare il mio stesso sostituto, ed
è il compito di ogni Rotariano.
CHIACCHERATA
con il Presidente R.I.
RON D. BURTON
DOMANDA
RISPOSTA
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ROTARY
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