Il fascino del tema
futuro
coinvolge molto i rotariani. Per
uno studioso del cursus rotariano, quali sono oggi i pre-
supposti per affrontare il futuro delRotary?
Il tema “futuro” è sempre fonte di interesse in quanto
espressione del divenire della società. Non so se nel mo-
mento attuale questo tema eserciti sui rotariani in Italia più
fascino o più preoccupazione. In molti Paesi occidentali è
in atto, ormai da alcuni anni, una regressione dell’effettivo,
associata ad un progressivo incremento della componente
asiatica. Non si tratta di un processo meramente numerico,
bensì di un fenomeno che sta già esercitando un’influenza
sul Rotary International. La sensibilità orientale, nelle sue
variegate espressioni, può apportare un contributo all’evolu-
zione spirituale del nostro sodalizio, soprattutto in termini di
introspezione e di coscienza della partecipazione del singolo
al destino dell’umanità.
Per contro, comincia a delinearsi il rischio di perdita del-
la memoria storica delle nostre radici. La saga rotariana,
esemplarmente espressa dalle sue versioni a fumetti, sta
soppiantando la conoscenza dei reali contorni del nostro
passato, fondamento essenziale per un futuro consapevole.
Quanti rotariani conoscono oggi il documento redatto da Paul
Harris nel luglio 1908 al fine di ottenere il riconoscimento
statale dell’allora unico Rotary club esistente? Eppure si
tratta di un atto fondamentale, nel quale sono affermati la
prevalenza dell’impegno civico sulla beneficenza e la lealtà
quale fondamento dell’etica rotariana. E quanti conoscono i
nomi e l’opera dei pionieri, ai quali si devono lo sviluppo del
Rotary e l’affermazione dei suoi valori? Ciò non va attribuito
ad ignavia di lettori, bensì all’oblio nel quale stanno cadendo
fondamenti del nostro sodalizio.
Alla tua domanda su quali siano oggi i presupposti per af-
frontare il futuro posso solo rispondere con un mio convinci-
mento: non c’è futuro o c’è un futuro precario se va perduta
la consapevolezza delle nostre origini e delle loro motivazioni.
Cosa significa per Giuseppe Viale
Servizio
? Come si rea-
lizza l’ideale del Servizio in un Rotary così diffuso e così
diverso, in relazione ai luoghi e alla rete sociale?
A questa domanda si può rispondere in vari modi, dai più
conformisti ai più dissacranti. Voglio credere che tutti noi,
al momento dell’ammissione al Rotary, fossimo consape-
voli almeno del fatto che era attesa la nostra disponibilità
nell’ambito della specifica competenza professionale, la par-
tecipazione attiva alle iniziative del Club, la consapevolezza
di entrare in un sodalizio che si prefigge uno scopo. Orbene,
in troppi casi la vita di club è oggi quella propria di un circolo
i cui caratteri principali sono la convivialità e la carità privata,
spesso mediata da terzi. È il caso di riflettere un istante sul
paradosso della crisi dell’associazionismo, che investe anche
il Rotary, concomitante con lo sviluppo del volontariato, che
si esplica nei più diversi settori. Ci sarà pure una ragione alla
base di questo fenomeno.
Ho già ricordato come il contributo di proposta e d‘iniziativa
ai problemi della comunità sia stato elemento fondante del
Rotary. Il concetto di comunità ha assunto nel tempo sempre
maggiore estensione. Il Rotary si è fatto internazionale sin dai
suoi primi anni di vita. La cura del bene della collettività deve
GIUSEPPE VIALE
Rotary, con realismo e partecipazione
Intervista a Giuseppe Viale, Board Director 2014/2016 - di Andrea Pernice
INTERVISTE
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ROTARY
dicembre 2014