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ROTARY
novembre 2013
Rotary non è una cosa solo mia, è la nostra un’associazione.
Siamo una squadra”.
Oltre al volontariato, negli anni la coppia ha sostenuto la Fon-
dazione per molto tempo. Nel 1988 al 50esimo anniversario
del RC di St. Marys, gli Heinrichs sono diventati Paul Harris
Fellow, donando 1000 dollari, e in seguito, impegnandosi
in questa donazione ogni anno, sono diventati membri della
Paul Harris Society. Con l’aumentare del loro senso di sicu-
rezza finanziaria è aumentato il loro sostegno. Nel 2011, al
raggiungimento di un livello di contributo di 250.000 dollari,
sono stati introdotti nella Arch C. Klumph Society.
“Sentivamo la responsabilità di condividere, e abbiamo avuto
la fortuna di avere le risorse finanziarie per farlo. Viviamo be-
ne, ma modestamente. Vediamo la Rotary Foundation come
assistente alle nostre finanze: è ben gestita, è finanziariamen-
te sicura, può lavorare in aree dove i leader politici e religiosi
non possono arrivare, opera in tutto il mondo”.
“La Fondazione può compiere tante delle cose che singo-
larmente non si possono sperare di affrontare, e lo fa bene”
osserva Jan.
Nel 2007 mentre aspettava di partecipare a una riunione di
zona a Davenport, la coppia sentì la presentazione di Eddie
Blender, presidente della Rotary Peace Centers Major Gifts
Initiative, e scoprì una causa su cui concentrare il proprio
impegno: la Rotary Peace Fellowship.
“Siamo rimasti impressionati. Abbiamo compreso che il
programma era qualcosa che ci avrebbe coinvolti”, ricorda
Heinrich. “I partner, da oggi ai prossimi 10 o 15 anni, siano
essi organizzazioni non governative, enti pubblici, o imprese,
hanno il potenziale per cambiare il mondo”.
Gli Heinrich hanno sponsorizzato la loro prima Rotary Peace
Fellow nell’agosto del 2008, al Rotary Peace center della
Duke University, e all’Università della Nord Carolina.
“Mi piacerebbe poter dire di avere un po’ di Rotary nei ge-
ni” dice Heinrich, rivelando grande modestia. Suo padre,
rotariano, è stato il primo a ricevere il riconoscimento Paul
Harris Fellow nel distretto 6600, nel nord dell’Ohio. Anche il
suocero è stato un rotariano per molto tempo, e la figlia della
coppia, Sharon, è il presidente del RC di Gaston Breakfast,
nel North Carolina.
Nonostante Heinrich sia entrato nel Rotary su invito del padre
nel 1968, nella sua mente non è diventato vero rotariano che
15 anni dopo. “Andavo agli incontri e svolgevo gli incarichi
assegnati, chiedendomi perché avrei dovuto restare nell’as-
sociazione”, ricorda.
Sul finire del 1983 lo scoprì. Su sollecitazione del padre
lavorò in Guatemala in un service distrettuale per aiutare il
lancio di un programma chiamato MESA per la fornitura di
attrezzature mediche all’estero.
“Fu l’esperienza che mi cambiò la vita” dice Heinrich. “Fu
la prima volta che lavorai per lo sviluppo di un paese. La
povertà, la mancanza di acqua pulita e igiene, la mancanza
di alfabetizzazione, e le condizioni di salute inadeguate, mi
fecero aprire gli occhi”.
Ma i suoi occhi esprimono qualcosa di positivo: “Vedendo
quanto realmente il MESA fosse efficace nella distribuzione
di supporti medici attraverso i club locali, ho realizzato la
potenzialità del Rotary nel mondo”.
Appena un anno dopo Heinrich tornò in Guatemala, accom-
pagnato da sua moglie, Jan. Fu il primo di molti viaggi per
service che la coppia ha affrontato insieme nell’America cen-
trale, in Africa e in Asia, sia per conto del Rotary, che per le
Chiese Metodiste Riunite.
Impegnato come volontario nei service, Heinrich divenne go-
vernatore del distretto nel 2009-2010. Nonostante Jan non
sia una rotariana ufficiale, è “rotariana nello spirito”, dice. “Il
AL ROTARY,
SIAMO DONATORI
APPASSIONATI.