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FOCUS
/ OBIETTIVI DEL MILLENNIO
Spesa pubblica per l’istruzione e la formazione nei paesi Ue
Anno 2010 (in percentuale del Pil)
0
1
2
3
4
5
6
7
8
Danimarca
Cipro
Svezia
Regno Unito
Estonia
Slovenia
Finlandia
Portogallo
Belgio
Lettonia
Francia
Lituania
Irlanda
Paesi Bassi
Malta
Austria
Polonia
Ungheria
Lussemburgo
Spagna
Repubblica Ceca
ITALIA
Slovacchia
Germania
Bulgaria
Grecia
Romania
Fonte: Eurostat, General government expenditure by function
Europa 27
Paesi
2010
Danimarca
8,1
Cipro
7,5
Svezia
7,0
Regno Unito
7,0
Estonia
6,8
Slovenia
6,6
Finlandia
6,5
Portogallo
6,5
Belgio
6,3
Lettonia
6,2
Francia
6,1
Lituania
6,1
Irlanda
6,0
Paesi Bassi
5,9
Malta
5,8
Austria
5,7
Polonia
5,7
Ungheria
5,6
Lussemburgo
5,1
Spagna
4,9
Repubblica Ceca
4,8
ITALIA
4,5
Slovacchia
4,5
Germania
4,3
Bulgaria
3,8
Grecia
3,8
Romania
3,4
Ue27
5,5
INVESTIMENTI
L’istruzione e la formazione rappresentano ambiti di particolare importanza, sia per il pieno e consapevole esercizio dei diritti di cittadinanza, sia per la valo-
rizzazione del capitale umano. Molte delle analisi proposte si riferiscono a indicatori adottati nella Strategia di Lisbona, e successivamente ribaditi in “Europa
2020”, per la definizione di obiettivi strategici indispensabili alla realizzare di una crescita economica sostenibile, per lo sviluppo del mercato del lavoro e per
una maggiore coesione sociale.
graduatoria dei paesi europei.
Il 20,3 per cento dei 30-34enni ha conseguito un titolo di
studio universitario (o equivalente). Nonostante l’incremento
che si osserva nel periodo 2004-2011 (+4,7 punti percen-
tuali), la quota è ancora molto contenuta rispetto all’obiettivo
del 40,0 per cento fissato da “Europa 2020”.
I giovani tra i 15 e 29 anni che nel 2011 non sono inseriti in
un percorso scolastico e/o formativo e neppure impegnati in
un’attività lavorativa sono più di due milioni, il 22,7 per cen-
to del totale: tale valore è fra i più elevati in Europa. Signifi-
cativa la differenza fra i generi, con una percentuale del 20,1
per cento negli uomini e del 25,4 per cento nelle donne.
Il 5,7 per cento degli adulti è impegnato in attività formative,
ancora ben al di sotto del livello obiettivo stabilito nella Stra-
tegia di Lisbona (12,5 per cento).
GLI STRANIERI IN ITALIA
Il progressivo radicamento dei cittadini stranieri nel nostro
Paese, in funzione della giovane età media della popolazio-
ne e della maggiore propensione a spostarsi sul territorio,
comporta ricadute rilevanti in termini di integrazione. La
conoscenza approfondita delle caratteristiche delle comu-
nità di stranieri presenti sul territorio fornisce un ausilio
importante per programmare le relative politiche di accesso
ai servizi e ai sistemi di welfare.
Nell’ultimo decennio la popolazione straniera residente in
Italia si è notevolmente accresciuta; i dati del censimento
2011 segnalano che il numero degli stranieri residenti è più
che triplicato rispetto al censimento 2001. Il saldo naturale
della popolazione straniera -fortemente positivo- ha parzial-
mente compensato, nell’ultimo decennio, il saldo naturale