Rivista Rotary | Novembre 2014 - page 13

D
urante un viaggio a Nairobi, in Kenya, insieme ad
alcuni colleghi ho incontrato un ragazzo masai di 12
anni, Richard Turere, che ci ha raccontato una storia
affascinante. La sua famiglia alleva bestiame al con-
fine di un grande parco nazionale; una delle sfide più grandi
è proteggere la mandria dalle razzie notturne dei leoni. Richard
aveva notato che le lampade installate lungo i confini del
campo servivano poco; quando invece camminava nel campo
con una torcia in mano i leoni stavano lontani. Appassionato
di elettronica (sin da piccolo aveva imparato da solo a smontare
e rimontare la radio dei suoi genitori), il ragazzino escogita un
sistema di luci che si accendono e spengono in sequenza,
alimentate da pannelli solari, una batteria per automobili e il
ricambio di una vecchia moto. Si tratta di un’idea semplice
ma ingegnosa che funziona: e i leoni scompaiono. Il disposi-
tivo, noto nella zona come “luci dei leoni”, viene presto in-
stallato in altri villaggi.
La storia era avvincente e in linea con il nostro programma,
ma Richard con la sua timidezza e il suo inglese zoppicante
era il candidato meno adatto a parlare a un pubblico di 1400
persone: e non solo per la sua giovane età, ma anche perché
non era riuscito a descriverci la sua invenzione se non con
frasi disordinate e poco coerenti.
Nonostante tutto, la vicenda di Richard era così interessante
che abbiamo deciso di invitarlo. Nei mesi precedenti all’e-
vento lo abbiamo aiutato a inquadrare la storia: cioè a trovare
il punto giusto con cui iniziare il discorso per poi procedere
a descrivere gli eventi in modo logico e conciso. Grazie alla
sua invenzione, Richard frequentava una delle migliori scuole
OPINIONE DELL’ESPERTO
UNA
PRESENTAZIONE
INDIMENTICABILE
di Chris Anderson
Dedicarsi alla diffusione delle idee
attraverso discorsi brevi e incisivi.
keniote con l’aiuto di una borsa di studio; e lì si era esercitato
a parlare davanti ai compagni. L’importante era che riuscisse
a trovare quel senso di sicurezza necessario per far emergere
la sua personalità. Quando Richard è salito sul palco del
TED, a Long Beach, in California, nel 2013, si vedeva che
era nervoso, ma forse proprio per questo il suo discorso è
stato ancora più coinvolgente: il pubblico pendeva dalle sue
labbra. Il ragazzo parlava con sicurezza e quando sorrideva la
gente si distendeva. Al termine il suo discorso è stato accolto
da un lungo e sentito applauso in piedi.
Nei trent’anni che sono trascorsi dalla prima conferenza del
TED a oggi, sul nostro palco si sono avvicendate personalità
abituate a parlare in pubblico, come politici, musicisti e
personaggi televisivi, ma anche professori, scienziati e scrit-
tori meno noti, alcuni dei quali si sentono profondamente
a disagio al pensiero di fare una presentazione. Nel corso
degli anni abbiamo cercato di sviluppare un programma per
aiutare i relatori meno esperti a preparare e a tenere discorsi
piacevoli e avvincenti. L’esperienza mi ha insegnato che è
possibile acquisire la capacità di parlare in pubblico e che
bastano poche ore per trasformare delle frasi confuse in un
discorso memorabile.
INQUADRATE LA VOSTRA STORIA
Non è possibile fare un buon discorso se non si ha qualcosa
di significativo di cui parlare. Il primo passo sta dunque nel
concettualizzare e inquadrare ciò che si vuole dire. Parlare in
modo avvincente è un po’ come invitare il pubblico a seguirci
in un viaggio; la decisione più importante dunque è stabilire
GUIDA ROTARIANA
13 global outlook
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