il punto di partenza e il punto d’arrivo. Per capire da dove co-
minciare, considerate il livello di conoscenza del pubblico e
il suo interesse per l’argomento trattato: se lo sopravvalutate
o se usate un linguaggio troppo tecnico rischiate di perderne
l’attenzione. I migliori conferenzieri sono quelli che riescono
a introdurre brevemente l’argomento, a spiegare perché stia
loro così a cuore e a convincere il pubblico a fare altrettanto.
Il difetto più comune che si nota nelle prime stesure di una
presentazione è il tentativo di affrontare un tema troppo
ampio. Andate in profondità, presentate dettagli, ma non
cercate di descrivere l’intero settore della vostra ricerca, ma
spiegate l’unicità del vostro contributo.
PIANIFICATE L’ESPOSIZIONE
Il mio consiglio? Non leggete. Non appena il pubblico si ac-
corge che state leggendo, viene a mancare quella sensazione
d’intimità e spontaneità e il tutto prenderà una piega molto
più formale.
La maggior parte dei nostri TED Talks più famosi è stata
memorizzata parola per parola. Ciò comporta ovviamente un
enorme investimento di tempo che non tutte le presentazioni
si meritano. Se decidete di adottare quest’approccio tenete
presente che la memorizzazione comporta sempre un lungo
periodo di apprendimento. Ad esempio, è normale passare
attraverso quella fase che io definisco la “valle della goffag-
gine”, con frasi che sembrano recitate, silenzi imbarazzanti,
occhi rivolti al cielo mentre si cerca di ricordare che cosa
viene dopo.
Fortunatamente anche questo si supera, provando e ripro-
vando sino a quando il discorso non fluisce con naturalezza.
A quel punto potrete concentrarvi sul tono da usare per dare
forza e autenticità alla relazione.
Se invece vi manca il tempo per superare quel momento di
goffaggine, vi conviene rinunciare a memorizzare il testo. In
questo caso potete preparare una scaletta con i punti princi-
pali del discorso e trascriverli su vari cartoncini. L’importante
è ricordarsi come elaborare ogni argomento e concentrarsi
sulla transizione da un punto a quello successivo.
SVILUPPATE UNA PRESENZA SCENICA
Quando si tratta d’imparare a muoversi su di un palco, un
aiuto esterno può far molto. L’errore più comune, soprattutto
durante le prime prove, è agitarsi troppo: ad esempio, si
oscilla da un lato all’altro o si sposta il peso da una gamba
all’altra. Invece basta tenere ferma la parte inferiore del cor-
po per notare un miglioramento straordinario. Alcuni relatori
percorrono il palco in lungo e in largo mentre parlano; questo
accorgimento funziona molto bene se lo si fa con naturalezza,
ma nella maggioranza dei casi è meglio stare fermi nello stes-
so punto e usare invece le mani per dare enfasi al discorso.
Trovate cinque o sei persone dallo sguardo amichevole in
diverse parti della platea e guardatele negli occhi mentre par-
late. Immaginate che siano cari amici con cui non vi vedete
da un anno a cui volete dare un aggiornamento sul vostro
lavoro. Questo contatto visivo vi aiuterà a portare avanti con
successo il discorso.
Anche il nervosismo non è negativo: il pubblico si aspetta
che voi siate nervosi. É una reazione naturale che può anche
aiutarvi, dandovi energia e una maggiore capacità di concen-
trazione. Ricordatevi di respirare e non avrete problemi.
SCEGLIETE LA MULTIMEDIALITÁ
Con tutte le tecnologie a nostra disposizione ci si sente quasi
obbligati a ricorrere come minimo all’uso di slide. Oggi tutti
dovrebbero sapere come usare PowerPoint: le slide devono
essere semplici, non vanno utilizzate come appunti (a questo
scopo è meglio usare dei cartoncini) e il relatore non deve
ripetere le stesse parole riportate sulle diapositive. Questi
suggerimenti dovrebbero ormai essere universali, ma provate
ad andare ad un incontro in un’azienda e vi accorgerete di
quante persone ancora non li seguano.
I migliori conferenzieri del TED di solito non usano le diaposi-
tive e, in linea di massima, molte presentazioni non ne hanno
bisogno. Se avete fotografie, illustrazioni o video che po-
trebbero aiutarvi a vivacizzare il discorso, usateli; altrimenti
fatene a meno. E se decidete di usare le diapositive, provate
a cercare delle soluzioni alternative a PowerPoint.
PER CONCLUDERE
In definitiva le presentazioni hanno successo o falliscono per
la qualità delle idee, della narrazione e dell’entusiasmo del
relatore: è una questione di sostanza, non di stile espositivo
o di multimedialità spettacolare. Se è relativamente facile
aiutare un relatore a eliminare i difetti dal suo discorso, è
praticamente impossibile aiutarlo con la storia che sta alla
base di tutto, perché questa spetta unicamente a chi presen-
ta. Se avete qualcosa da dire, potrete sviluppare un grande
discorso.
GLOBAL OUTLOOK
14
ROTARY
novembre 2014