Rivista Rotary | Novembre 2014 - page 16

SUPERA LE
BARRIERE LINGUISTICHE
Parlare in pubblico è già abbastanza complesso anche nella propria
lingua. Ma con il giusto approccio non è impossibile tenere un di-
scorso in una lingua straniera. Abbiamo chiesto il parere di alcuni
dirigenti rotariani che parlano correntemente più di una lingua.
NON ANALIZZATE TROPPO LA SITUAZIONE.
“Parlate senza farvi
troppi problemi”, suggerisce il Presidente del RI 2005/06 Carl-Wilhelm
Stenhammar, la cui lingua madre è lo svedese. “Andate avanti anche se
vi sfugge qualche errore di grammatica”. Il pubblico è lì per sentire quello
che avete da dire, non per giudicare la vostra competenza linguistica.
TROVATE IL METODO CHE FA PER VOI.
Nel preparare il discorso tene-
te conto del vostro livello di conoscenza della lingua straniera. Se volete
scrivete l’intero discorso, o magari fatevi bastare una semplice scaletta. Lo
spiega Bhichai Rattakul, che parla fluentemente il tailandese, l’inglese e il
cinese. Il past Presidente del RI (2002/03) di solito scrive l’intero discorso
per le occasioni più formali, mentre per le altre si serve solo di appunti.
ESERCITATEVI SINO A RAGGIUNGERE LA PERFEZIONE.
“Anche
se avete scritto il testo, provate e riprovate fino a quando lo conoscete
praticamente a memoria”, suggerisce Stenhammar. Breitstein consiglia di
esercitarsi con un registratore, riascoltandosi di volta in volta, soprattutto
se si cerca di migliorare la pronuncia.
NIENTE BATTUTE.
Non sempre l’umorismo è traducibile: usatelo con
molta cautela. “Alcune persone amano le battute, ma io sono serio quando
parlo”, dice Rattakul che preferisce instaurare un legame con il pubblico
raccontando vicende memorabili: “Soprattutto per il Rotary, cerco di rac-
contare una storia capace di suscitare emozioni”.
CANADA
Non dimenticatevi che il Canada è bilin-
gue: se andate nel Quebec, portate con
voi copie della documentazione sia in
francese che in inglese.
ARGENTINA
I rapporti nel mondo degli affari posso-
no essere molto amichevoli: una stretta
di mano può essere accompagnata da
baci, abbracci e pacche amichevoli sul-
le spalle. Seguite l’esempio del vostro
interlocutore argentino.
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