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ROTARY
ottobre 2013
“Il Rotary deve saper guardare fuori da se stesso, essere cioè
non solo portatore di beni a sostegno di chi ne abbia bisogno,
ma soprattutto deve saper trasmettere esempi di eticità; deve
cioè mirare a migliorare l’uomo chiarendo a tutti che l’etica è
il fondamento della vita e che nell’esercizio della professione,
ma anche nel vivere comune, in famiglia, nelle associazioni,
con gli amici, nella società, è il terreno di vita su cui poter co-
struire edifici solidi. E’ indispensabile, e non averlo presente
vuol dire non avere un’idea giusta del vivere”.
Concetti fondanti del Rotary, che vennero messi in evidenza
fin dal nascere da Paul Harris; concetti che Leonardo Moroz-
zi, ingegnere, rotariano, ha assunto come fondamento del suo
essere rotariano, che lo ha portato in più occasioni a mettere
a disposizione il suo servizio professionale e di uomo, disin-
teressatamente, non solo nel Rotary ma soprattutto “fuori dal
Rotary”.
Morozzi, vuole innanzi tutto presentarsi?
Sono un rotariano del Distretto 2071, abito e lavoro a Firen-
ze, sono iscritto al R.C. Firenze Brunelleschi, sono un inge-
gnere civile libero professionista. Può bastare così.
Nonostante la sua attività professionale non le lasci molto
spazio, lei da anni si dedica a “portare fuori” dal Rotary la sua
opera e la morale del Rotary…”
E’ vero, anche se cerco di non mettere in evidenza quello
che faccio.
Ma lo fa, eccome. L’ultimo intervento che l'ha visto all’opera
l'ha portato, se non erro, in Uganda.
Sì, in Uganda dove, assieme a Daniela Roselli del R.C. Fi-
renze Brunelleschi e Giovanni Brajon del R.C. Fiesole, sono
andato per guidare, nella mia veste professionale di ingegne-
re civile, progetti e costruzione di una scuola di agricoltura
nel distretto di Lugazi. L’edificio della scuola è stato costruito
grazie alla Onlus “Gocce di Vita” di Firenze, su un terreno
messo a disposizione dalla diocesi locale, ma l’intervento
– grazie alla Rotary Foundation - di un impegnativo Global
Grant sponsorizzato dai Rotary dell’Area Medicea è stato de-
terminante per tutti gli arredi scolastici, per le attrezzature,
i pannelli solari, l’escavazione di pozzi, pompe, gruppo elet-
trogeno e quant’altro era necessario ad attrezzare la scuola.
Ed anche il suo impegno, come ingegnere, è stato decisivo, a
quel che mi risulta.
Beh. Sono un ingegnere civile, e costruire è il mio mestiere…
Anche se l’Africa è Africa, e tutto diventa più complicato, per
cui sono dovuto andare al di là delle mie conoscenze profes-
sionali e divenire anche manager e dirigere non solo i lavori
di costruzione.
Non era questo il suo primo incarico in Africa.
No. Già ero andato in Togo dove, all’epoca era Governatore
del 2070 Pietro Terrosi Vagnoli e questo progetto era stato vo-
luto e curato soprattutto da sua moglie, per tre anni il Rotary
ha effettuato test (9.000 le persone interessate) per le tra-
smissioni materne e neonatali di HIV. Non è stata un’impresa
facile, visto che era già difficile convincere i capi tribù a farci
parlare con la gente, e che il mettere su un locale da adibire
ad ambulatorio e insegnare a qualcuno come effettuare i test
è stata impresa ardua. Mi sono avvalso della Onlus “Aviat” di
Imola, già presente sul territorio. Però ci siamo riusciti, e alle
puerpere risultate sieropositive abbiamo potuto somministra-
re farmaci adeguati, come è stato fatto anche per i neonati.
Circa il 9 per cento delle madri visitate risultava sieropositivo,
e abbiamo potuto strappare all’HIV almeno 6-700 bambini…
MORALITÀ
ed
ETICA
Intervista a Leonardo Morozzi,
l'Ingegnere Fiorentino che esporta i valori del Rotary.
DI
C
LAUDIO
B
OTTINELLI
- D.2071