SPECIALE PROFESSIONALITÀ
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come verso l’esterno. Naturalmente un lavoratore motivato e
soddisfatto potrà dare il meglio di sé e l’impresa stessa risul-
terà più attrattiva per i profili qualificati. Attuare una politica
simile non è semplice, si sbaglia e si inciampa, ma non si
smette mai di imparare e progredire.
Parliamo dei rapporti con i clienti. Un’azienda non esistereb-
be senza clienti disposti ad acquistare i suoi prodotti. Come
credi che vada gestito questo tipo di relazione?
All’insegna della professionalità, della correttezza e della
dedizione, come accennavo prima. Viene di qui lo stimolo
a incrementare le prestazioni, l’efficienza e le garanzie di
beni e servizi, ad adottare processi produttivi che riducano
l’impatto ambientale e che impieghino solo materiali e com-
ponenti di qualità, a trarre spunto dagli errori per studiare
nuove soluzioni.
Quest’ottica può essere estesa alla comunità in cui l’azienda
opera. Dicci, da rotariano convinto quale sei, qual è la tua
opinione in merito.
L’azienda è membro della comunità. Quindi – nell’esercizio
del business – deve avere il senso del bene comune, nutrire
rispetto e attenzione verso gli altri, promuovere il sapere e il
patrimonio culturale e scientifico. Questo implica l’uso re-
sponsabile delle risorse energetiche, la tutela dell’ambiente
e della salute, la collaborazione con scuola e università, il
sostegno di progetti socio-culturali e ogni altra iniziativa det-
tata dalla consapevolezza che l’impresa non è una monade.
Proviamo a calare queste riflessioni nel contesto dell’im-
prenditoria meridionale, anche alla luce della tua esperienza
confindustriale. Ci racconti alcune iniziative imprenditoriali
con riflessi positivi per la collettività, la cultura e il territorio?
Prendiamo come esempio il sistema dell’istruzione. Le azien-
de possono supportarlo attraverso diversi canali: testimo-
nianze in aula, visite guidate nelle fabbriche, istituzione di
borse di studio, possibilità di stage. Un caso interessante, tra
i tanti, è la partnership che l’ITS di Bari per la meccatronica
ha stretto con una compagine di imprese locali che lo sosten-
gono dalla sua fondazione, offrendo agli studenti lezioni e
tirocini pratici. In questo modo il percorso formativo acquista
un’impronta professionalizzante, nuove risorse entrano in
circolo e le aziende stesse concorrono a plasmare delle figure
specializzate.
Sul fronte culturale, più in generale, sono numerose le di-
mostrazioni di quanto possano fare le imprese. Un esempio
proviene da un gruppo di piccole e grandi aziende associate
a Confindustria Bari e Bat, che ha scelto di sponsorizzare la
stagione lirico-sinfonica del teatro Petruzzelli di Bari e ha
così dato ossigeno a un’istituzione cittadina storica e rino-
mata nel mondo. È una forma di mecenatismo collettivo, alla
portata anche delle aziende di dimensioni minori, che di rado
possono affrontare autonomamente investimenti in cultura.
L’idea di un’azione sistemica è anche alla base del “Club
delle imprese per la cultura” di Confindustria Bari e Bat,
che aggrega diverse imprese allo scopo di ideare e promuo-
vere dei progetti culturali comuni a beneficio del territorio
e del suo rapporto con l’imprenditoria locale. Le iniziative
realizzate abbracciano vari ambiti: restauro di pellicole e
proiezione di opere dimenticate, concorsi rivolti ai giovani
per raccontare i sogni imprenditoriali delle nuove generazio-
ni, rappresentazioni teatrali in fabbrica, incontri con artisti,
critici e giornalisti.
Le imprese e gli imprenditori, quindi, possono essere motori
di cambiamento, leve culturali, modelli da emulare.
Tutti questi casi lo dimostrano: le imprese possono contribui-
re fattivamente a migliorare la qualità della vita, possono ren-
dere il territorio più attrattivo per altri insediamenti e eventi,
possono promuoverne l’immagine e essere motivo di orgoglio
per gli abitanti. Le imprese stesse ne traggono vantaggio:
risorse umane preparate e motivate, uno sviluppo sostenibile
e efficiente e la soddisfazione di aggiungere un tassello al
progresso collettivo.
Questi temi si caricano di ulteriore importanza in un Paese
che ha bisogno di una rinascita non solo economica ma anche
culturale. Gli uomini d’impresa, infatti, come tutti i membri
della classe dirigente italiana, hanno la possibilità e il dovere
morale di dare per primi il proprio contributo, soprattutto con
un comportamento etico e responsabile.