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ALFABETIZZAZIONE

13 speciale

Lo scorso 8 settembre si è svolta la 50ˆ giornata dell’alfabe-

tizzazione promossa da UNESCO accompagnata dal signi-

ficativo motto: “Leggere il passato, scrivere il futuro”. Una

ricorrenza che non a caso corrisponde al tema mensile scelto

dal Rotary International: l’alfabetizzazione. Possiamo affer-

mare che l’alfabetizzazione bussa alla porta alla riapertura

delle scuole. Scuole che in Italia e negli altri Paesi occidenta-

li sono presenti, solide e con un importante sistema didattico

alle spalle, ma che in buona parte del mondo non esistono o,

peggio ancora, vengono distrutte.

I dati non permettono divagazioni o interpretazioni, 758 mi-

lioni di persone adulte (cioè che abbiano compiuto i 15 anni)

non sanno né leggere né scrivere. Vuol dire che 1 abitante su

10 del pianeta Terra non è in grado di informarsi adeguata-

mente, accedere alle strutture sanitarie di base autonoma-

mente, pensare a un futuro diverso dalla realtà nella quale

è costretto a vivere. Essere analfabeti è in sostanza questo,

avere precluso per se stessi e il proprio nucleo familiare un

futuro di diritti e rispetto.

In 50 anni la strada percorsa è stata molta, irta di ostacoli e

deviazioni, ma l’impegno dell’UNESCO e di molte associazio-

ni, tra le quali il Rotray, ha saputo dare risultati incoraggianti.

Basti pensare che 50 anni fa il 24% della popolazione adulta

non era in grado di leggere o scrivere, ora siamo scesi al 10%.

Esempi pratici provengono anche da zone a noi vicine: nel

1966 in Algeria solo il 20% della popolazione era alfabetiz-

zato, ora siamo al 94%; oppure il Butan dove si è passati da

un tasso del 15% di persone in grado di leggere e scrivere

a un promettente 87%; o ancora il Togo, dove dal 18% si è

passati a circa 80%. Progressi che fanno ben sperare, ma che

non possono far credere che il problema sia superato.

L’istruzione di base deve essere al centro di politiche di

sviluppo globale, e deve prevedere sempre più impegno e

costanza. Un impegno che ogni rotariano è chiamato a pren-

dersi in carico, come persona capace di cambiare il mondo,

come persona capace di fare del bene. Perché in ogni angolo

del pianeta sono latenti forme di analfabetismo, che devono

essere riconosciute, comprese e superate con disponibilità e

decisione.

L’Italia è un crocevia di flussi migratori e nuova integrazione,

non accendere i riflettori sull’importanza dell’alfabetizzazio-

ne e della scolarizzazione sarebbe un errore che non possia-

mo permetterci. L’accoglienza parte anche dalla capacità

di far comprendere il Paese dove un uomo si è rifugiato, e

tutto ciò passa tramite la comprensione della lingua, scritta e

orale, e la capacità di accedere ai sistemi di informazione, di

crescita culturale e professionale. Questa è la sfida che tutti

noi dobbiamo portare avanti nella nostra comunità: mettere

al servizio degli altri la nostra professionalità per costruire

percorsi di comprensione. E mai come oggi il diritto all’alfa-

betizzazione risulta focale per scrivere un mondo diverso. Un

mondo migliore.

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