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tà del Distretto, sintesi dell’agire dei club, a livello di rapporti

e quindi di relazioni.

Come vi muoverete?

Il primo passo è censire i club contatto attivi, tantissimi dav-

vero, completando queste informazioni con i risultati concreti

che generano. Si tratta di esperienze che hanno consentito

relazioni con profondi valori amicali, ma noi vogliamo ag-

giungervi altro, una progettualità che segni il passaggio da

iniziative comuni e sporadiche a un potente motore di attività

internazionali.

Come misurare l’efficacia di questo percorso?

Se riusciremo a rendere sistematica la relazione con alcuni

paesi, per poi allargare l’orizzonte dei rapporti, avremo nuove

opportunità. Faccio un esempio: il tremendo terremoto che

ha colpito il Centro Italia ha generato una profonda emozione

e insieme la voglia di muoversi per aiutare popolazioni in

grave difficoltà. La notizia del sisma ha spinto amici spagnoli

della Catalogna a mettersi in contatto col Distretto poche

ore dopo il dramma del 24 agosto. È qualcosa di più di un

meritorio impegno, poiché si basa su una relazione esistente

per dare immediatezza a una iniziativa, in questo caso l’aiuto

immediato ai terremotati. In definitiva, aggiungere ulteriore

valore a ciò che di prezioso sta accadendo e passare da sin-

goli Club Contatto a un patrimonio di conoscenze a favore del

Distretto, per agevolare la moltiplicazione di Global Grant.

Vogliamo ricapitolare quelli in corso?

All’ultimo Congresso abbiamo raccontato del Progetto Nigeria

e della clinica St. Kizito di Lagos coi suoi servizi sanitari di

prevenzione e cura per le fasce più vulnerabili delle comunità

locali. Un suo servizio speciale è il Centro Nutrizionale, dove

vengono seguiti e curati ogni anno 120 bambini malnutriti

con le loro mamme. Abbiamo iniziato una collaborazione

con la Fondazione Rotary - Distretto 2072 per disegnare un

progetto sanitario-umanitario a sostegno del nostro lavoro.

Un altro Global Grant riguarda il Nepal, un Paese in ginoc-

chio non solo per i postumi del recente terremoto ma anche

per le mille emergenze che ogni giorno si ripropongono in

una tra le realtà più povere della Terra. È stato raccolto

l’appello del Rotary Club di Patan e di un piccolo ospedale

nei pressi di Katmandu che, negli ultimi anni, ha ridato un

volto a migliaia di bimbi e giovani ustionati o nati con gravi

e complesse malformazioni. Diversi club e il Distretto hanno

dotato l’ospedale di Kirtipur di quel minimo di tecnologia che

permetterà, d’ora in poi, di portare a termine gli interventi

con una buona dose di sicurezza e tranquillità.

E poi l’iniziativa in Zambia, all’ospedale di Chikuni, che

serve una comunità di 25.000 abitanti, la maggior parte dei

quali vive di agricoltura tradizionale, in uno stato di povertà

estrema. La struttura ora è dotata di reparti di degenza, am-

bulatori, un ampio settore per la prevenzione e trattamento

dell’HIV/AIDS, un settore dedicato alla salute della mamma

e del bambino con la possibilità di eseguire lo screening dei

tumori del collo dell’utero e la prevenzione della trasmissione

materno fetale dell’HIV.

In quanti Paesi il Distretto è attivo con questo genere di

interventi?

Nove: Serbia, Nepal, Zambia, Nigeria, Bosnia, Inghilterra,

Svezia, Filippine, Italia e Russia.

43 focus

GLOBAL GRANT

C

ESARE

T

REVISANI

Ospedale Missionario di Chikuni - Monze, Zambia

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