

QUI COMINCIA L'AVVENTURA
73 incontri
loro integrabili per formare un'unica sala conferenze attrez-
zata con la più moderna tecnologia per le videoconferenze
e che può ospitare fino a 60 persone.
Hai citato l’esperienza positiva nei rapporti con i distretti
lombardi. Non lo è stato altrettanto con gli altri 10 gover-
natori?
Assolutamente positiva sul piano umano e per alcune ini-
ziative come il protocollo con la Protezione Civile, il proto-
collo con la Regione Lombardia per una collaborazione su
progetti specifici, la migrazione di GeRo (il nostro gestiona-
le amministrativo-organizzativo) su una nuova piattaforma
cloud e la sua integrazione con My Rotary, e soprattutto per
il Progetto Fenice. Mi spiace che non siamo riusciti a svi-
luppare un’azione comune su alcuni momenti irripetibili,
come il 100° della Fondazione Rotary, per la quale avrem-
mo potuto fare di più.
Nel tuo anno sono state consegnate per ora due Carte a
nuovi club. Soddisfatto?
Direi di sì, e ci potrebbe essere il tempo per una terza. Sono
soddisfatto soprattutto per il Club dell’Ospedale Giovanni
XXIII, nato con modalità e caratteristiche che non erano an-
cora rappresentate nel nostro Distretto, e anche gli esempi
nazionali non sono molti.
Vuoi spiegarti meglio?
Aggregare rotariani uniti da interessi e esigenze comuni
è una modalità diversa, rispetto alle nostre tradizionali
“classifiche”. Ma il mondo cambia e le nuove regole ap-
provate dal Consiglio di Legislazione ci hanno consentito
di adeguarci.
Un’azione che ti ha soddisfatto e una dalla quale ti aspet-
tavi di più
.
Credo che nel corso di quest’anno abbiamo proseguito
l’azione di integrazione fra club, dando molta visibilità ai
service che mettono in comune le loro risorse e premiamo
così maggiormente i loro singoli progetti. Ecco, lo stesso
obiettivo non sono riuscito a trasformarlo in azioni comuni
sul piano nazionale. Probabilmente su questo i prossimi
governatori avranno da lavorare.
Abbiamo citato spesso la base territoriale sulla quale opera
il 2042, citando le nostre zone come un caso molto par-
ticolare. Hai trovato riscontri a questa nostra sensazione?
Direi di sì, l’area che va da Varese a Bergamo ha probabil-
mente uno dei più alti PIL, con una presenza incredibile di
imprese e professionisti, ma anche di associazioni di vo-
lontariato che come noi operano nello sviluppare azioni di
sostegno a cittadini in difficoltà. Ho trovato grandi analogie
fra i club storici dei capoluoghi, più radicati e tradizionali,
e i club dei paesi e delle città più piccole, trovando so-
prattutto in questi grande entusiasmo e partecipazione in
club con poche decine di soci. Direi un perfetto esempio di
“diversity”. E in queste analogie e capacità di gestire con
mezzi simili problemi uguali, sta l’importanza della rete di
club coordinata dal Distretto.
Sei arrivato in chiusura a ricordare il ruolo del Distretto.
Sei/siamo riusciti a trasmettere l’importanza della comuni-
cazione fra Distretto e club, e fra club?
Sicuramente abbiamo avviato procedure che favoriranno
questi scambi di informazione, i risultati si vedranno e si
valuteranno nei prossimi anni, a iniziare dall’anno del pros-
simo governatore che certamente proseguirà quest’azione.
Non sei nuovo ad anticipare i tempi e le azioni dei prossimi
anni, stiamo lavorando proprio su questo sia nel congresso
che nel resoconto dell’anno. Vuoi spiegare questo interes-
se?
La rotazione delle cariche annuali credo sia uno strumento
perfetto per gestire la governance dei club e dei distretti, e
credo che funzioni bene proprio in quanto ogni anno è una
parte di un percorso.
So quanto impegno e tempo hai dedicato al tuo anno. Hai
pensato a cosa farai da luglio?
Certamente avrò più tempo per me e per la mia famiglia,
ma appena mi sarà possibile metterò questa esperienza a
disposizione di tutti i rotariani che lo desidereranno.
F
ranco
G
iacotti
INDICE