SALA MACCHINE
SALA MACCHINE
ZONA UFFICI
CABINE
MERCY SHIPS
come vedere la foto dei danni di un tornado, ma quando ci
metti piede e li osservi dal vivo, è tutt’altra storia”.
LA FORMAZIONE
Per tre giorni all’Ignace Deen e quattro giorni al Donka, il
team spiega come ridurre le infezioni. In questi posti la for-
mazione inizia con una benedizione del Ministro della salute
e dei rispettivi Direttori, che però sono scettici sulla necessità
degli incontri. Eccetto il pranzo in stile Africano, che arriva
in grandi ciotole sulle teste dei facchini, le lezioni sono come
quelle degli altri seminari, tenute in grandi stanze alternando
la teoria e la pratica. Dottori e infermiere arraffano poster e
volantini da condividere con gli altri membri dello staff, e con
i parenti dei pazienti.
Con la sagacia di un falco, si inseriscono spesso nella discus-
sione. Sentono che è il momento giusto di far presente ogni
carenza di attrezzatura e difficoltà di approvvigionamento nei
loro reparti.
Un chirurgo del Donka sa che ogni reparto ha effettivamente
bisogno di qualcosa, ma il suo “ha più bisogno degli altri”.
I formatori fanno le loro letture in inglese, letture che riguar-
dano come usare i guanti chirurgici, le mascherine, e i cami-
ci, eliminare topi e zanzare, disinfettare con la candeggina,
trattare le ferite infette, lavarsi le mani. “Il 5% delle infezioni
giornaliere potrebbero essere prevenute se si lavassero le
mani”. Lyon dice che si potrebbe azzerare un problema cro-
nico, se si lavassero le mani prima e dopo aver toccato un
paziente. Parla piano, sembra che ciò che dice possa sparire.
Ma Novignon, un formatore studente di medicina, traduce in
francese, con un tono così deciso che tutti ascoltano attenti.
Sembra quasi un esperto di salute pubblica mentre quelli veri
lo aiutano con le loro battute in inglese.
S’impara in tanti modi. Quando i formatori sollecitano gli
allievi, 27 all’Ignace Deen e 37 al Donka, a fare domande, la
differenza nella preparazione sembra evidente. C’è un frain-
tendimento evidente sul disinfettante per le mani: che esso
trattenga i germi.
“Non so da dove venga questa idea, ma è importante far
capire che il disinfettante uccide i batteri”, soprattutto in
un posto dove l’acqua corrente non c’è sempre, dice Jenny
Braswell. Una conversazione sulla cura delle ferite illumina
sulla necessità di trattare immediatamente le ferite per evi-
specializzati in ospedale, incluse operazioni alla cataratta o
per migliorare la vista, per la rimozione di tumori, del labbro
leporino e la ricostruzione del palato, chirurgia plastica, trat-
tamenti ortopedici, e cure di fistole post-parto.
Il team medico della nave provvede a cure dentali e altri servi-
zi direttamente presso i villaggi e le cittadine locali.
Attività medica, mansioni nautiche, e varie altre attività arric-
chiscono la vita “da crociera” a bordo della nave.
BIBLIOTECA
La vasta collezione, ospitata sul ponte
5, comprende libri in olandese, inglese,
tedesco, coreano, francese, e in altre
lingue, il che riflette l’eterogeneità dei
membri dell’equipaggio.
SALONE “DI BELLEZZA”
Al parrucchiere di bordo, sul ponte
5, per sette dollari si ottengono taglio
e colore. Anche presso il negozio di
souvenir la moneta ufficiale è il dollaro
americano.
SALA DA PRANZO
La sala da pranzo principale è una
stanza in stile caffetteria, con un
look romantico. Il cibo è buono, e gli
ingredienti sono esposti bene in vista
per tutti. Per alcuni pasti il menù è
preparato in stile cucina africana. Un
luogo di ritrovo popolare è il vicino
Starbucks: la Compagnia dona il caffè,
ma si paga per il servizio, così un latte
costa 75 centesimi.
PONTE
5