Rivista Rotary | Novembre 2014 - page 44

ALLUVIONE
GARGANO
IMMAGINI FORTI
trasmesse dalla tv nelle ore successive
alla tragedia che ha colpito il Gargano il 3 e 4 settembre:
macchine sepolte dal fango, case senza più nulla che le
facessero somigliare a case, volti scavati dalla fatica, incre-
duli e come intontiti dallo schiaffo improvviso della natura
che diventa nemica. Le immagini hanno scosso le coscien-
ze di molti di noi: il tempo di capire che cosa sarebbe stato
più utile, il tempo di organizzarci e ci siamo imbarcati
nell’avventura costantemente incoraggiati e supportati dal-
la Rappresentante Distrettuale Paola Aprea, essenziale in
tutte le fasi, come sempre. Così è nato Rotaract 4 Gargano.
All’appello hanno risposto praticamente tutti. Vedere così
tante adesioni è stata un’emozione!
Pochi giorni dopo eravamo nelle zone colpite. Su indicazio-
ne del sempre indispensabile Governatore Luigi Palombel-
la, siamo andati a Peschici coordinati dal Presidente del
Rotary Club Gargano Rocco Pio Vivoli.
Scaricati i beni di prima necessità che avevamo potuto
mettere insieme in un furgone e consegnati alla sede locale
della Protezione Civile di Peschici, siamo andati a spalare
fango nella struttura di un ristorante con affittacamere an-
nesso. Il proprietario ci ha raccontato di trent’anni di sacri-
fici mentre figlio e nipoti stavano lì in piedi a guardare con
la disperazione negli occhi la melma che già cominciava ad
indurire e inghiottiva tutto: tavoli, sedie, stoviglie, cucina…
Sono bastati i loro sguardi e l’indolenza dei loro corpi a
darci la misura di quanto tutto ciò che abbiamo costruito
è maledettamente precario e di quanto noi, viaggiatori di
passaggio su questo pianeta, possiamo essere irrispettosi
e distruttivi verso la grande casa che temporaneamente
occupiamo.
Fango, fango ovunque, e ancora sempre e solo fango. Era-
vamo tredici, tredici improvvisati volontari della speranza.
Abbiamo indossato guanti e stivali e, armati di pale e sec-
chi, abbiamo cominciato a spalare. Ma più ne toglievamo e
più sembrava che ce ne fosse!
La cucina del ristorante, ampia una quarantina di metri
quadri, era sommersa da oltre un metro di fango che ci ren-
deva difficile anche spostarci. Dopo ore a ripetere gli stessi
gesti: riempi il secchio, passa il secchio, vuota il secchio
nella carriola, vuota la carriola, riporta la carriola e così via,
i fuochi e tutto il resto in cucina erano riemersi dalla mota.
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ROTARY
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