Rivista Rotary | Novembre 2014 - page 38

FOCUS
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ROTARY
novembre 2014
URAGANO
SANDY
QUANDO NEL MESE DI OTTOBRE 2012
l’uragano Sandy
colpì l’area metropolitana di New York, i rotariani si ritrova-
rono in un innaturale duplice ruolo: avere bisogno di aiuto,
oltre che fornirlo. Quando la tempesta colpì, circa un terzo
dei 27 membri del Rotary Club di Point Pleasant Beach,
lungo la costa del New Jersey, sono stati costretti a lasciare
le proprie case, tra cui Sheila Vinton, governatore eletto del
Distretto 7500.
Si stima che inizialmente i due terzi dei 1.200 rotariani
del Distretto furono colpiti dalla tempesta, e che 100 di
loro si stiano ancora riprendendo. Sheila è una di loro,
mentre attende il completamento dei lavori a casa sua, che
è dovuta essere ricostruita. Subito dopo la tempesta, i ro-
tariani locali furono direttamente coinvolti nelle operazioni
di soccorso. Le persone le cui case non furono danneggiate
aiutarono gli altri a sventrando e facendo a pezzi i muri, e
smistando personalmente gli effetti personali per vedere
cosa poteva essere salvato. I Rotary club al di fuori del New
Jersey hanno inviato camion carichi di cibo, acqua, vestiti
e materiali di consumo. I singoli club del Distretto ben
presto si attivarono con modi creativi per fornire assistenza.
Come parte della ripresa, “uno dei nostri club ha utilizzato
una sovvenzione distrettuale per creare una libreria”, rac-
conta la Vinton. “Un altro ideò un negozio dove i residenti
potevano andare a barattare i generi ricevuti in dono. Ab-
biamo ricevuto contributi finanziari dai rotariani di tutto il
mondo. Abbiamo usato questi finanziamenti per sostituire
gli elettrodomestici nelle case della gente, così come per
comprare cartongesso e materiale edile. Ci siamo attivati
per piccoli progetti, come ad esempio contribuendo a crea-
re un bagno accessibile ai disabili in un centro di soccorso
e ricostruire un centro comunitario a servizio dei lavoratori.
“Potrei stimare che tra service, denaro e beni, l’importo
che abbiamo fornito come Distretto 7500 ammonti a più di
3 milioni di dollari”. Si tratta di un importo “impressionan-
te”, fa notare, “ma si tratta di una goccia nel mare rispetto
ai miliardi di dollari di danni che si sono verificati”. Anche
se Sheila pensa che le sovvenzioni della Fondazione possa-
no aiutare con progetti di recupero, ha suggerito ai club e
ai distretti di essere creativi e di cercare altre fonti di soste-
gno, dato l’alto costo della riparazione e delle ricostruzioni.
Nel vicino distretto 7490, Bonnie Sirower coordinò le ope-
razioni di soccorso del Rotary mentre erano “accampati” a
casa del segretario distrettuale (non ha avuto a disposizione
una connessione Internet a casa per tre settimane). Quando
potè nuovamente usare il suo telefono cellulare, ricorda di
aver scoperto un nuovo tipo di alluvione: 253 nuovi mes-
saggi.
Bonnie, che per il suo lavoro durante il disastro si è guada-
gnata il soprannome di “Energizer Bonnie”, giura sulla virtù
delle tre C: Communicate, Collect, Collaborate.
Una settimana dopo la tempesta, si recò alla giornata Rotary
all’ONU, e condivise l’urgenza della situazione direttamente
con altri governatori e dirigenti del Rotary. Lavorando con
Peter Wells, coordinatore del Distretto in caso di catastrofi,
predispose per la CBS Radio a New York 10.000 dollari di
spazi pubblicitari, per chiedere donazioni. Due mesi dopo
la tempesta, i siti web Rotary di New York e New Jersey ave-
vano registrato più di 8.400 visite, donazioni per 730.000
dollari, e il Distretto ebbe più di 300 nuovi iscritti. “Non
avrei potuto farlo senza Peter”, sostiene Bonnie.
“La cosa più intelligente che abbiamo fatto è stata quella di
aderire al locale VOAD (Voluntary Organizations Active in Di-
1...,28,29,30,31,32,33,34,35,36,37 39,40,41,42,43,44,45,46,47,48,...72
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