I FLUSSI MIGRATORI
59 i flussi migratori
PAOLA CAVANNA
Laureata in Giurisprudenza, Dottoranda
presso la Scuola di Dottorato per il Sistema Agroalimentare,
Università Cattolica del Sacro Cuore.
“La scuola residenziale ha rappresentato per me un’occasio-
ne unica di confronto profondo con persone dai background
molto diversi dal mio ma tutte affascinate dalle opportunità
che il fenomeno migratorio porta con sé. Questo dialogo in-
terdisciplinare mi pare oggi indispensabile perché il diritto
sia in grado di avvicinarsi sempre di più alla comprensione
dell’uomo per poter poi regolare la realtà con il coraggio di
affrontare la complessità.
Da giurista ho molto apprezzato il titolo scelto per la scuola,
prima di tutto perché per il diritto le parole sono categorie
definitorie dalle quali discendono conseguenze vitali (sono
sempre scelte di inclusione ed esclusione sociale) ma anche
perché le parole contano per la costruzione dell’identità di
ogni singolo individuo e talvolta queste parole possono di-
ventare armi e quindi esperienza di ingiustizia. Ecco allora
che dare la parola alle singole esperienze umane, mettersi in
ascolto delle singole storie con le loro peculiarità, incontrare
volti, guardare negli occhi, prestare attenzione ai nomi signi-
fica riconoscere l’esserci dell’altro, cosa che dilata la nostra
esperienza in senso di vissuto non solo di conoscenza e ci
consente di immaginarci nei panni dell’altro. Serve “avere il
gusto dell’altro” direbbe il priore di Bose. Credo che proprio
questa capacità empatica (che abbiamo provato a esercitare
durante il laboratorio narrativo) sia essenziale tanto alla for-
mazione giuridica quanto alle professioni sociali. Del resto,
davanti agli atti che ci lasciano impotenti persino il diritto
può solo raccontare, prestare attenzione ai nomi, restituire
un volto, nominare l’ingiustizia come tale e richiamare al che
non succeda più, nella consapevolezza che solo nel particola-
re possiamo intravedere l’universale.”
SARA JUKIC
Educatrice, ha studiato Psicologia cognitiva a
Trento e ha conseguito la Laurea Magistrale in Politiche di
Welfare presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Mila-
no. Sta seguendo un Master sulle Competenze Interculturali.
“Oltre agli elementi di arricchimento fin qui esposti, l’impor-
tanza di un’esperienza come questa, dal mio punto di vista
risiede nella possibilità di ampliare la propria rete di cono-
scenze professionali, oltre che umane. Cinque giorni insieme
a persone che attraverso differenti sguardi esplorano una
tematica di così ampia portata e interesse, non sono facili da
dimenticare. Una delle peculiarità presenti in un’esperienza
come questa risiede proprio in quella ricchezza che l’esplora-
zione dei diversi approcci (accademico, giornalistico, ecume-
nico e personale) ha fatto emergere in questi cinque giorni.
FOCUS: SUMMER SCHOOL
La Summer School “Mobilità umana e giustizia globa-
le”, che giungerà quest’anno alla sua sesta edizione,
è nata da un felice connubio tra un gruppo di docenti
dell’Università Cattolica e i Missionari Scalabriniani, da
sempre impegnati tanto sul fronte della pastorale delle
migrazioni quanto su quello dello studio dei fenomeni
migratori, attraverso una rete di centri di ricerca e do-
cumentazione ormai estesa a tutti cinque i continenti.
Nell’affollato panorama delle iniziative dedicate al feno-
meno epocale delle migrazioni internazionali, la nostra
scuola ambisce a caratterizzarsi per una sorta di “riposi-
zionamento” di prospettiva, collocando l’analisi dei pro-
cessi di mobilità umana e del loro impatto sulle società
d’origine e di destinazione all’interno di una riflessione
più ampia, che rinvia appunto alla questione della giu-
stizia globale, analizzata e interpretata in tutte le sue
implicazioni: economiche, politico-giuridiche, sociali,
culturali e, non da ultimo, etiche.
Il Rotary club di San Donato Milanese, scegliendo di
sostenere questa iniziativa attraverso l’erogazione di
borse di studio indirizzate a giovani alle soglie della vita
attiva, ne ha perfettamente colto lo spirito, che risponde
appunto alla necessità di avere spazi e momenti di con-
fronto aperto tra persone portatrici di esperienze, com-
petenze e orientamenti politico-valoriali diversi, e dentro
i quali coltivare qualità come la curiosità intellettuale, la
capacità di discernimento, la disponibilità a rimettersi
ogni volta in discussione, la tensione etica, la generosità
nel condividere e trasmettere il proprio sapere, educan-
do ad esse le nuove generazioni.