Rivista Rotary | Marzo 2015 - page 31

aree dove dovrebbe crescere. Abbiamo la tecnologia e la ca-
pacità per fare e comunicare meglio. Ma questo non avviene
poiché non lo spieghiamo bene ai nostri club. Sappiamo che
il brand Rotary deve risplendere di più e avere voce ancor più
forte, specialmente fuori dalla nostra organizzazione.
La sostenibilità è un obiettivo in sé, o un prodotto di una
buona gestione?
La sostenibilità è durata dei sistemi e dei processi. Se ac-
cresci il numero di membri usando metodi che al momento
danno risultati, ma che comportano la fuoriuscita dei membri
l’anno dopo, questi non sono metodi sostenibili. Il principio
organizzativo per la sostenibilità è uno sviluppo sostenibile,
inteso nella connessione di varie esigenze: ecologia, econo-
mia, politica e cultura. L’impegno che deve prendersi il Ro-
tary e in particolare la Fondazione Rotary, è quello di creare
progetti sostenibili. Inoltre c’è da confrontarsi continuamente
su cosa intendiamo come sostenibile.
Eradicare la Polio in Sri Lanka richiese un tuo cruciale
intervento per la negoziazione per creare i presupposti
per una campagna immunizzazione di massa e nel conse-
guente cessate il fuoco. Funzionerebbe anche in Pakistan?
La differenza sta nel livello di cultura. Nello Sri Lanka le forze
governative erano acculturate e ben sapevano che una cam-
pagna di immunizzazione dei bambini contro il virus della
poliomelite era più che positiva. I ribelli stessi erano accultu-
rati abbastanza da comprendere che la loro stessa progenie
era in pericolo e andava protetta. I membri del governo erano
acculturati abbastanza da capire che la vaccinazione dei
bambini avesse la precedenza rispetto a ogni pretesa bellica.
In questo quadro, quello che serviva era un intermediario
onesto, il Rotary ha assunto questa funzione.
La situazione in Pakistan è molto differente, dato che i ta-
lebani sono analfabeti per lo più e il loro sentimento anti-a-
mericano prende il sopravvento rispetto al benessere di loro
stessi e delle future generazioni. Questo è un peccato, ed è
questo il nocciolo del problema, ma nonostante ciò, i rotaria-
ni del Paese, capeggiati da Aziz Memon, stanno svolgendo
un compito eroico. Per quel che riguarda il mio ruolo nella
mediazione in Sri Lanka, non ne parlo molto, dato che avuto
un ruolo piccolo e normale.
Il tuo tema: Siate dono del mondo. L’hai pensato di testa
tua o ti sei fatto consgiliare da chi sta attorno?
Non è mai uno sforzo individuale. Mia moglie ne è piena-
mente partecipe, alcuni stretti amici, la mia famiglia. Io non
sono capace di creare un tema bello come questo da solo!
Basta pensare che Noi, nel Rotary, puntiamo a grandi cose. Ci
ispiriamo a grandi figure che hanno fatto grandi doni all’uma-
nità, come Abraham Lincoln, che ci ha donato il concetto di
dignità umana, come Madre Teresa, con la compassione per i
dimenticati, come Mahatma Gandhi, che ci ha donato la ca-
pacità di cambiare pacificamente, nonostante l’oppressione.
Tutti loro hanno dato le loro vite per gli altri, così che le vite
stesse fossero dono per il mondo. Possiamo nel nostro essere
rotariani, fare un piccolo dono al mondo, anche noi?
Durante la tua presidenza, per cosa speri di aver tempo?
Spero di aver tempo per la mia nipotina, che è nata lo scorso
22 ottobre. Vorrei veramente passarci molto più tempo. Vivia-
mo tutti insieme in un’unica casa, e approfitterò di ogni mo-
mento che sarò a casa per stare con i miei cari e con la piccola.
Che cosa leggi? In che lingua?
Mi tengo aggiornato grazie a riviste economiche - l’Economist
è una di quelle che mi piace leggere. Leggo molto in lingua in-
glese. Mia moglie, Vanathy, rimane fedele alla nostra lingua. Ci
sono due libri che rileggo. Il primo il best seller di Stephen Co-
vey “The Seven Habits of Highly Effective People”, e l’altro è il
libro di Gurcharan Das dal titolo: “The difficult of being good”.
Das è stato studente di Harvard e CEO della Procter&Gamble
in India, e basa il suo libro sulla cultura indù e su come le
scelte etiche debbano coinvolgere tutta la vita di una persona.
Che impronta, che eredità vuoi lasciare?
Non pianifico di lasciare alcun tipo di eredità. Sono un indivi-
duo semplice. Molti presidenti hanno lasciato il segno nell’or-
ganizzazione. Di quelli che conosco, Clem Renouf e Carlos
Canseco hanno lasciato un segno indelebile nel Rotary.
IL PRESIDENTE ELETTO
31 incontri
A
lyce
H
enson
1...,21,22,23,24,25,26,27,28,29,30 32,33,34,35,36,37,38,39,40,41,...68
Powered by FlippingBook