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ROTARY
marzo 2015
VIVERE NEL LUTTO È COMPLICATO.
In un luogo in
cui il contatto fisico è scoraggiato per fermare la diffusione
della malattia, non ci sono abbracci, né strette di mano.
Quando Bayon è morta, la famiglia ha sepolto la sua foto-
grafia in una bara, mentre il suo corpo veniva portato via per
essere cremato. “Ci scambiamo baci in un soffio, teniamo le
braccia incrociate in segno di saluto, chiniamo il capo gli uni
verso gli altri, battiamo i nostri piedi, cantiamo, piangiamo e
preghiamo insieme. I telefoni e i messaggi e-mail ci aiutano
molto a comunicare. E anche se so che non potrò riavere i
miei cari, sono certa di poterne onorare il ricordo lavorando
per fermare il virus. Abbiamo bisogno di più mani per affron-
tare le sfide dell’ebola, Dio rappresenta il nostro sostegno
più importante, nella convinzione di dover salvare il maggior
numero possibile di persone”.
Lei consiglia ai professionisti sanitari come stare al sicuro,
nella funzione di presidente del consiglio dell’associazione
cristiana per la salute della Liberia, e lavora con un’organiz-
zazione di donne, una scuola, e il governo nazionale. Colla-
bora anche con altri membri del suo Club per educare sul
tema dell’ebola gli abitanti di Sinkor, quartiere residenziale
di Monrovia. “Spesso la situazione richiede un sacrificio per-
sonale, ma non possiamo rinunciare”.
A ovest di Sinkor, in un ufficio sul lungomare, Victoria Coo-
per-Enchia e David Frankfort parlano del lavoro di soccorso
contro ebola promosso dal Rotary Club di Monrovia. Coo-
per-Enchia è presidente del Club, e Frankfort è presidente
della commissione ebola. Ciascuno ha un foglietto di carta
ritagliato e attaccato alla camicia, con indicata la tempera-
tura corporea misurata prima di entrare in qualsiasi edificio,
a dimostrazione di essere liberi da febbre, uno dei sintomi
della malattia. Si tratta di segni standard in molti alberghi,
banche, supermercati e altre strutture pubbliche. Il loro Club,
in collaborazione con il Rotary Club inglese di Marlow, contri-
buisce tra l’altro a fornire termometri a distanza alle strutture
locali. L’ebola si diffonde attraverso il contatto diretto con
sangue o fluidi corporei come la saliva, il sudore, l’urina, o il
vomito. Quando sono arrivati, hanno dovuto lavarsi le mani in
secchi di acqua clorata, altra necessità per la quale il Club
sta provvedendo a una intensa attività di distribuzione; in
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