EBOLA
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per le attività di eradicazione della polio nel nord della Ni-
geria, offrendo luoghi per il Governo, il Rotary, e le Agenzie
partner della Global Polio Eradication Initiative, per mettere
in comune e coordinare le risorse e le attività per prevenire e
rispondere alle epidemie di polio.
I membri del personale comprendono 100 medici nigeriani
formati in epidemiologia per contribuire alla campagna di
eradicazione della polio.
Dopo il contagio di un avvocato liberiano-americano all’aero-
porto di Lagos, che stava suo malgrado portando il virus in
Nigeria, un gruppo composto da 40 di questi medici è stato
riassegnato a condurre un centro di comando simile, per af-
frontare l’epidemia.
Attraverso il monitoraggio diligente di persone che potessero
essere state contagiate – per oltre 18.500 visite di persona,
con un follow-up di 898 contatti individuati - il Paese è
riuscito a limitare i casi totali a 20, e i casi di morte a otto.
“Questo è ciò che il ‘plus’ in PolioPlus ha sempre compor-
tato” - dice il portavoce dell’Organizzazione Mondiale della
Sanità, Oliver Rosenbauer - che si tratti di ebola, o di siccità
nel Corno d’Africa, o di terremoto in Pakistan, o di tsunami
nel sud est asiatico, spesso è stata l’infrastruttura contro
la poliomielite l’avamposto che ha permesso di rispondere
adeguatamente alle emergenze. In quelle situazioni si sa
come lavorare con le istituzioni locali, cosa che è disponibile
a livello locale, si basa il lavoro sulla forza di ampia condi-
visione. È sempre stato così e l’emergenza ebola è un altro
esempio di capacità di reagire”.
“Le sfide che ci siamo trovati ad affrontare a causa dell’epi-
demia di ebola sono simili a quelle affrontate nella campa-
gna di eradicazione della polio: politiche ambientali fragili,
sistemi sanitari deboli e in alcuni luoghi anche la negazione”,
dice Heidi Larson, docente presso la London School of Hygie-
ne and Tropical Medicine, dove conduce il progetto Vaccine
fiducia. “Le tecniche efficaci nell’eradicazione della polio
possono essere utilizzate anche per la lotta contro l’ebola,
come ad esempio lavorare con i partner locali di fiducia. Il
lavoro di mobilitazione comunitaria che il Rotary ha generato
è essenziale in questi processi - dice Larson - e terminata
l’emergenza, la forza del Rotary, fondata sulla partecipazione
della base sociale, aiuterà anche nella ricostruzione. Il Rotary
può svolgere un ruolo prezioso nel stimolare un intero Paese
a rimettersi in piedi”.
SINISTRA:
un’infermiera in pausa all’ospedale nei pressi di una
baraccopoli affollata di Monrovia. A novembre, 170 operatori sani-
tari del paese erano già morti per ebola.
IN ALTO:
il Club ha donato cibo al Ministero della Salute del
Paese, insieme a una fotocopiatrice e carta per aiutare a gestire i
dati dei pazienti.
AL CENTRO:
i soci del Rotaract Club di Monrovia promuovono
seminari e sostengono una task force locale per educare la comunità
sul rischio ebola e sulle modalità per fermarla.
IN BASSO:
i rotariani hanno donato termometri a distanza che per-
mettono di misurare la temperatura delle persone, senza il rischio
di diffusione del virus.