Rivista Rotary | Marzo 2015 - page 41

suo carisma, della sua essenza ideologica, del suo originario
significato, in favore di un materialismo contributivo esaspe-
rato, proprio delle società di profitto. Siamo dunque a quanto
da tempo costituisce un mio timore.
Siamo al Rotary SpA. Sembra che il materialismo americano
tenda a privilegiare gli aspetti economici su quelli ideologici.
E purtroppo senza alcun cenno di resistenza nei confronti
di una crociata cavalcata dall'individualismo di molti che si
appiattiscono sui desiderata di casa madre.
Tutto determinato dall'urgenza di raccogliere fondi con la mo-
tivazione, sia pure giustificabile, di avere più opportunità per
incrementare i programmi umanitari. Ma la coperta in tal mo-
do si accorcia. Per conseguire l'obiettivo si cerca di percorre-
re la strada più breve. Richiederebbe troppo tempo e impiego
l'avere la pazienza, la volontà, la responsabilità di cercare i
soci giusti, trovarli e di ammetterli nei nostri club nello loro
qualifica professionale che ne consente la cooptazione.
Abbiamo già vissuto momenti non facili. Basti ricordare
quando i club furono invitati a dare il proprio contributo a
raggiungere il target mondiale di un milione di soci.
Molti di voi lo ricorderanno senz'altro.
Siamo nell'anno rotariano 1984-1985, Presidente Inter-
nazionale era Carlos Canseco, messicano di Monterrey.
In quell'anno venne lanciato un programma ambizioso: il
raggiungimento di un milione di soci a livello mondiale.
Eravamo circa 950.000. Fu uno dei primi grandi errori, con
ammissioni selvagge che ancora oggi scontiamo. Da allora i
governatori sono pressati per far ammettere sempre più soci,
e a loro volta alcuni indirizzano in tal senso i presidenti di
club. Già da qualche tempo il sito dei RI riporta un modulo
titolato: domanda di ammissione.
Oggi, con la campagna populistica lanciata di recente, ci
troviamo nella medesima situazione del 1984. Ma ora si
paventa che uno dei fondamenti del Rotary rischi di essere
dimenticato o addirittura ignorato: lo sviluppo fondato sulle
professioni. Il nostro Manuale di Procedura ci dice che il
Test delle Quattro Domande afferma principi di etica profes-
sionale. E dunque sono le qualità morali e le professioni il
fondamento delle ammissioni.
Le iniziative a favore delle comunità nazionali e internazionali
sono più efficaci se ogni rotariano è prescelto in base alle
proprie competenze professionali e alle sue qualità morali.
L'etica è un valore essenziale di vita, spesso ignorato dalle
realtà contemporanee.
Il Rotary dovrebbe moderare ogni spregiudicatezza. Dovrebbe
ponderare le proprie scelte, particolarmente in momenti eti-
camente compromessi.
Dobbiamo tuttavia riconoscere che la responsabilità della
decadenza di molti valori ricade anche su di noi della vecchia
generazione. Avremmo potuto e dovuto evitare, o almeno
limitare, il dilagante lassismo, come uomini di scienza, come
professionisti, come uomini di una cultura fondata sulla re-
sponsabilità verso il futuro.
Negli ultimi cinquant'anni almeno, un'ecatombe culturale
fondata sulla dismissione dell'etica della comunicazione, ha
provocato un’ondata di permissivismo e di buonismo utile per
la conquista d’indebiti privilegi, anche da parte di non pochi
rotariani, cosa che ha reso possibile la violazione di molti
confini etici, religiosi, familiari, scolastici, lavorativi.
Ma vorrei concludere questo mio intervento affermando che
tutto ciò non scalfisce l'impegno che abbiamo, come rotaria-
ni convinti, di lavorare per il bene comune e di interrogare
soprattutto noi stessi per capire se realmente riusciremo a
superare la Prova delle Quattro Domande.
Perché se quel che penso risponde a verità, se quel che dico
è giusto per tutti gli interessati, se quel che faccio promuove
buona volontà e migliora i rapporti di amicizia, e tutto sarà
vantaggioso per gli altri, ebbene credo che in tal modo potrò
essere utile alla realizzazione degli scopi del Rotary.
Un Rotary che ha necessità di recuperare i valori che lo
hanno qualificato all'attenzione del mondo, e di tornare a
confrontarsi con essi.
Quei valori che hanno ispirato il nostro Codice di Comporta-
mento e che ogni rotariano è tenuto a osservare, come l'inte-
grità morale, l'etica, la lealtà, il rispetto, la correttezza nelle
professioni e negli affari.
L'uomo ha il dovere, ma anche la necessità, di ritrovare la
propria statura e di rientrare nei confini di una realtà umana
e spirituale che consenta di affrontare le sfide che il futuro
propone.
G
ennaro
M
aria
C
ardinale
OPINIONI
41 opinioni
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