Cicerone diceva: “...fondamento della Giustizia è la fede,
cioè la costanza e la sincerità nel mantenere le cose dette e
convenute”.
Affrontare in modo ragionato il tema sulle lungaggini della
Giustizia italiana significa porsi una serie di domande a cui si
fatica a dare una risposta.
Ma è proprio vero che la giustizia italiana è lenta e soprattutto
colpevolmente lenta? La velocità nei procedimenti proces-
suali è davvero un valore irrinunciabile? Non c’è alcun dubbio
che una decisione che arriva tardi finisca per essere consi-
derata “ingiusta”: la rapidità è uno degli elementi di qualità
della giustizia di una nazione.
Un esempio dell'anomalia? Italia, aprile 1990, banale di-
scussione tra vicini di casa: nel 2003 sentenza di 1° grado,
nel 2009 quella in appello, nel 2012 si arriva finalmente in
Cassazione, che nel frattempo accoglie un ricorso della con-
troparte, rimandando il tutto in Appello… ma in quest’ultimo
passaggio viene perso l'intero fascicolo del processo!
Sembra una storia folle e irreale ma è tanto vera, quanto
irrisolta, ancor oggi.
La Giustizia italiana, sembra tuttora incapace di dare risposte
in tempi brevi alla richiesta di tutela e di certezza del Diritto
facendo vivere al cittadino una sorta di smarrimento nel labi-
rinto dei meccanismi legislativi e costringendolo ad affronta-
re, molto spesso, da solo, una vana seppur legittima istanza
di chiarezza e di informazioni, che gli verrà rifiutata, fino
addirittura all'amaro risultato di vedere negata la propria ra-
gione da una tanto inopportuna quanto inattesa prescrizione.
Ma il processo può essere davvero breve per legge?
L’articolo 111 della Costituzione, non a caso, prevede per i
processi una durata ''ragionevole'' rapportata alla complessità
dei fatti, al numero delle parti, alle esigenze di accertamenti
e al rispetto delle garanzie. La Giustizia è un “Bene di tutti”
anche se negli ultimi anni, non sono pochi i cittadini che la
sentono, sempre di più, come poco chiara, inaccessibile e
niente affatto giusta.
La durata dei processi, nel nostro Paese, infatti, è molto
lontana da quella “ragionevolezza” che la società vuole e che
la Costituzione proclama; si chiede dunque ai soggetti inte-
ressati, di operare affinché una “giustizia di qualità” sappia
coniugare la correttezza dei processi con la loro “ragionevole”
durata.
Sappiamo, inoltre, che una giustizia inefficiente ha effetti
dannosi sull’economia rallentando la crescita del sistema im-
prenditoriale scoraggiando gli investimenti, soprattutto quelli
provenienti dall’estero.
L’Italia paga a caro prezzo, in questo momento di crisi, non
solo economica, ma anche di valori, la lentezza dei suoi
procedimenti giuridici: parlarne e prenderne atto non è solo
doveroso, ma è anche un atto di coraggio civico.
Dobbiamo ricordare che mentre gli imprenditori italiani sono
costretti a convivere con questo sistema, a dir poco farragi-
noso, le imprese estere se ne tengono lontane preferendo
rischiare i propri capitali altrove. Si può dare loro torto o
biasimarle? Certamente no.
Inoltre, se è vero che lo sviluppo civile di una società si mi-
OPINIONI
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ROTARY
dicembre 2014
ROTARY E LEGALITÀ
riflessioni sulla Giustizia italiana
Il ragionamento di una rotariana che si definisce “cittadina qualsiasi”.