ROTARY E LEGALITÁ
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sura con il parametro di una giustizia efficiente è altrettanto
vero che i suoi ritardi si traducono inevitabilmente in ostacoli
allo sviluppo economico del Paese. In Italia ci vogliono in
media circa dieci anni per ottenere giustizia nelle cause civili
e la lentezza di un processo, che passa nei tre gradi di giudi-
zio, ossia dal 1° grado alla Cassazione, può far venir meno la
certezza del rispetto degli obblighi contrattuali, trasformando
molto spesso i tribunali nel rifugio di chi ha torto e cerca di
far desistere la controparte con innaturali tempi biblici. A
questo si aggiunge che il tasso di litigiosità, che in Italia è
sempre stato alto, ultimamente anche aumentato, scaricando
sui tribunali una grande quantità di cause pretestuose che
appesantiscono ulteriormente il sistema, contribuendo, come
ha recentemente affermato il Guardasigilli, al crollo del senso
di legalità e di fiducia nel sistema giudiziario.
Ricordiamo inoltre che, dal 2001, per effetto della legge
Pinto, gli imputati hanno diritto a pretendere il risarcimento
del danno patrimoniale causato dal dilatarsi dei tempi del
giudizio, incidendo sulle casse dello Stato per 723 milioni
di euro di cui 407 ancora da pagare:il legislatore definisce
il processo di ”entità ragionevole” se non si oltrepassano in
totale i sei anni (tre nel primo grado, due nel secondo e uno
nel giudizio di legittimità).
Non è certamente inutile sottolineare che si è assistito, in
questi ultimi anni, ad un aumento esponenziale delle ri-
chieste di indennizzo… anche se una riforma introdotta nel
2012 scoraggia i ricorsi palesemente infondati concedendo
al giudice la facoltà di condannare il ricorrente a una multa
che può arrivare ad un massimo di diecimila euro.
A tal proposito vale la pena ricordare che molte sono le cause
del proliferare di questo continuo aumento del contenzioso:
l'enorme quantità di lavoro sulle scrivanie dei giudici, un’ir-
razionale distribuzione degli uffici giudiziari sul territorio, le
inefficienze, le carenze del personale e dei fondi, i ritardi
nella modernizzazione tecnologica ecc. È come se il nostro
sistema giudiziario si stesse avvitando inesorabilmente su se
stesso.
Anche l'immagine della nostra Giustizia che si ha attraverso
le riprese dei telegiornali, fatta di faldoni trasportati nei cor-
ridoi o ammucchiati per terra negli uffici, mostra un terreno
fertile per i furbi e per coloro che delinquono abitualmente,
ledendo gli interessi del cittadino onesto e producendo pe-
santi conseguenze sulla collettività.
Ma se è vero che l’argomento giustizia con i suoi tempi non è
un tema lontano dall’esistenza quotidiana di ognuno di noi è
anche vero che la giustizia ha come oggetto specifico il “Be-
ne comune”, o meglio, la ricerca del bene comune di tutti e
di ciascuno di noi.
Il bisogno di Giustizia è quindi il momento cardine che giu-
stifica i valori base del legislatore e la creazione di norme
concepite in funzione di scelte prettamente etiche: infatti,
c’è sempre uno stretto rapporto fra Etica e Diritto.
In ogni ordinamento giuridico si riscontra sempre un fonda-
mento di etica che non è sinonimo solo di comportamento
morale, ma un insieme di valori e norme da rispettare e da
difendere tra le quali spiccano anche la Giustizia e la Lega-
lità, senza di esse e senza le loro regole, la vita di un uomo,
sia individualmente che collettivamente, non potrebbe svi-
lupparsi. In tutte le società dove le regole vengono rispettate,
la giustizia funziona con un punto di riferimento cardine che
si chiama ''Educazione Civica'' che rende edotto il cittadino e
lo induce al rispetto delle stesse.
Ma la Giustizia e la Legalità si salvaguardano anche difen-
dendo importanti valori come “l’integrità morale”, ossia
la capacità di conoscere se stessi e restare fedeli ai propri
principi in ogni situazione, “l’onestà” che deriva dalla buona
educazione e da una visione di equilibrio della vita che ti fa
accettare i propri limiti riconoscendo e rispettando i diritti
degli altri e la “responsabilità” che è la capacità di non dare
la colpa agli altri per le proprie azioni, sapendo riconoscere
gli errori commessi.
Comunque, al di là di queste mie riflessioni che rappresen-
tano il punto di vista di una cittadina italiana sulla Giustizia
del proprio Paese, si rafforza in me la convinzione che l’indi-
viduo, come soggetto portatore di diritti e di interessi, deve
essere elemento centrale e di riferimento di un nuovo ordi-
namento giuridico basato sulla trasparenza, sulla chiarezza
e sul rispetto della dignità dei cittadini, poiché una giustizia
lenta e incomprensibile è sempre, e sarà sempre, una giusti-
zia lontana dalla gente.
P
atrizia
C
ardone